In queste ore anche a seguito del voto del Senato, si parla spesso a sproposito, di tagli alle province, seguendo il trionfalismo del tutto fuori luogo del Presidente del Consiglio; infatti in attesa di una modifica della Costituzione le funzioni delle province sono momentaneamente assegnate ai comuni o ad enti sovracomunali tranne che per l’edilizia scolastica. Il vero problema però è costituito a mio modo di vedere dalla sovrapposizione di competenze e soprattutto dalla creazione di 10 aree metropolitane (Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze, Venezia, Bari, Torino, Reggio Calabria, Palermo) che raggrupperebbero anche i comuni vicini, lasciando però intatte o quasi le competenze dei sindaci,determinando così’ una vera e propria confusione istituzionale foriera di potenziali conflitti. A parte ovvie considerazioni sull’anomalia costituzionale della soppressione delle elezioni provinciali, dal momento che l’Ente Provincia come tale sopravvive, ritengo da sempre ed al riguardo ho presentato interpellanze e proposte di legge, che le vere aree metropolitane in Italia siano soltanto tre: Roma, Napoli, Milano, caratterizzate da una vastità territoriale rilevantissima e da una densità di popolazione notevole (alcuni milioni di abitanti), mentre le altre sono città di medie dimensioni che non hanno le caratteristiche di cui sopra. Se si pensa alla provincia di Bologna, con la pianura e l’Appennino nettamente distinti dal capoluogo, si ha un’idea dell’incongruenza di questo provvedimento che non semplifica un bel niente, anzi aggrava i problemi aggirandoli e “prendendo in giro “l’opinione pubblica”; e che dire poi della bufala di “tremila politici a spasso non più sulle spalle dei cittadini?” In realtà i consiglieri provinciali in Italia sono 1500 e per effetto di provvedimenti emanati in questi anni percepiscono indennità di carica sicuramente non rilevanti. Strano che il Presidente Renzi che ha iniziato la sua carriera politica come Presidente della provincia di Firenze, dimentichi tutto questo e parli con disprezzo della casta politica, della quale fa parte da anni. Sia ben chiaro, il nostro paese ha bisogno di riforme istituzionali vere e meditate, non di pure declamazioni che lasciano i tempi che trovano e che alimentano il qualunquismo e la disaffezione dei cittadini.