Non credo che la città di Bologna possa rimanere estranea ad un chiaro dibattito su quanto sta avvenendo nel mondo della cooperazione, soprattutto perché la storia della città dal dopoguerra ad oggi è strettamente collegata ai rapporti fra comune, sistema cooperativo e sinistra con disinvolti scambi fra amministratori, funzionari di partito etc. Sono cose ovvie si dirà (ripetute da tempo) ma mai come ora bisognose di un chiarimento soprattutto da parte del PD e dei suoi massimi esponenti nelle istituzioni; edilizia,commercio, servizi sociali, distribuzione pasti, non esiste settore a Bologna come in Emilia Romagna in cui la cooperazione rossa non sia massicciamente presente, spesso alterando di fatto le regole del mercato e la logica della concorrenza, per non parlare del PESANTE CONDIZIONAMENTO ,in occasione delle elezioni politiche ed amministrative. Basti pensare al nuovo supermercato in Piazza dei Martiri o a quello “elegante “in pieno centro storico per non parlare dell’edilizia e dei fallimenti o crisi aziendali nell’Imolese, per avere un’idea di un sistema che pur in crisi profonda pervade ancora la nostra città e provincia. Occorre uno scatto di ORGOGLIO ED INDIGNAZIONE da parte di tutti e spero che le minoranze e, perché no, anche settori della maggioranza, chiedano al sindaco MEROLA un franco dibattito sulle ripercussioni a livello locale di ciò che avviene a livello nazionale! Pur evitando generalizzazioni improprie mi domando quante ISCHIE (mi riferisco al recente fatto di cronaca) ci sono ancora o ci sono state in un recente passato nel Bolognese ed in regione? La chiarezza fa bene a tutti.