Prospero Gallinari: pietà per la morte ma non può prevalere su ideologia funesta degli anni di piombo

Prospero Gallinari in una foto anni '70

Prospero Gallinari in una foto anni '70

In riferimento alla morte di Prospero Gallinari, carceriere mai pentito di Aldo Moro, fatto salvo il sentimento di pietà e compassione verso la morte non può comunque prevalere “sull’ideologia funesta” che ha causato in quegli anni lutti, tragedie e dolore a tante persone innocenti; tutto ciò chiama in causa l’ideologia di sinistra che ha prodotto grandi disgrazie in Italia , l’operato di certi giornalisti e di tanti docenti che hanno rovinato generazioni di giovani propinando teorie improntate alla violenza e all’odio di classe e che di fatto, anche se non condannati, sono stati negli anni di piombo e anche successivamente i fiancheggiatori delle brigate rosse.
Aldilà di questo c’è ovviamente la responsabilità della sinistra e del partito comunista che non ha mai accettato la democrazia e che fino agli anni ottanta è stato legato all’URSS , anche se a parole e a volte nei fatti ha preso le distanze dalle Brigate rosse, come principale partito di sinistra è responsabile culturalmente di questa ideologia,che si è diffusa negli anni cinquanta e sessanta alimentando un odio radicale verso le istituzioni democratiche, alla quale si sono richiamati i brigatisti come Gallinari, che come tanti altri ex brigatisti, non ha mai commentato né fornito dettagli ai giudici sul sequestro di Moro e su altri fatti gravi e soprattutto non ha mai dato segni tangibili di pentimento, pentimento che deve essere nettamente distinto dalla concessione di provvedimenti di clemenza, essendo un fatto personale apprezzabile in chi lo compie con sincerità ma che deve essere distinto, e non sempre lo è stato, dalla giusta e totale espiazione della pena, anche per il rispetto dovuto a morti innocenti. Sarebbe interessante avere una commissione d’indagine parlamentare su quel periodo per indagare i retroscena e le complicità palesi od occulte.