Confermo la mia contrarietà all’inserimento di Bologna nelle città metropolitane ed, al riguardo, ho presentato in data 05/07/2012 un emendamento soppressivo pur non illudendomi sull’accoglimento del medesimo da parte del Governo.
Rimango convinto che occorra una riflessione più ampia sulle problematiche connesse all’eventuale soppressione delle province, soprattutto nel caso di Bologna, realtà veramente anomala nell’ambito delle grosse realtà con milioni di abitanti come Roma, Milano, Napoli, Torino e Genova che hanno problemi e situazioni territoriali completamente diverse dalla nostra città.
Evidenzio il fatto che Bologna, con poco più di 900.000 abitanti di cui solo 370.000 nel capoluogo mentre il resto sparsi in una rete di piccoli e medi comuni disseminati su una superficie abbastanza vasta e dotati di una loro propria identità e tradizione storica ben definita, non risponde ad una logica razionale di assetto degli enti locali.
A prescindere dal fatto che esiste una fascia appenninica e la realtà imolese refrattari a qualsiasi fusione con Bologna, tale progetto finirebbe per distruggere la compatezza storico, culturale e sociale dell’area bolognese e per incidere negativamente su Bologna con ampie ricadute economico e sociale sul tessuto connettivo della città oltreché identitario. Il parlamentare rileva che nel caso di città come Milano, Roma, Torino ecc. con milioni di abitanti e densità demografica elevatissima sia giusto sopprimere le province, nel caso di Bologna è completamente diverso e richiede una riflessione sul futuro di quei comuni che distano 50 Km dal capoluogo e che hanno una storia plurisecolare ed una spiccata identità riducendo il tutto ad una piccola città metropolitana di neppure 500.000 abitanti.