Avvicinandosi il S.Natale e l’inizio del nuovo anno, mi sento di rivolgere un pensiero bene augurante ai tanti amici che mi seguono in “questa avventura”,lasciando da parte considerazioni politiche e limitandomi ad alcune riflessioni sul significato del Natale in questa nostra Italia ed Europa. Proprio oggi ho letto sul “Corriere della sera” un interessante articolo dal titolo “Non togliete il Natale ai Cristiani” che lamenta il venir meno del significato religioso di questa importante festività e soprattutto la tendenza di governi e di settori laicisti dell’opinione pubblica a banalizzarlo togliendogli ogni significato religioso; ed è su questo punto fondamentale che desidero soffermarmi, sulla grave responsabilità cioè di chi ritiene che debba essere cancellato dalle istituzioni ed aggiungo io dalla società, ogni riferimento alle radici cristiane d’Europa, radici che costituiscono il fondamento della nostra storia ed identità. Vorrei sapere in quante scuole elementari viene celebrato il S Natale, basta che un genitore si opponga e le autorità scolastiche spesso impregnate di uno spirito laicista ed intollerante proibiscono ogni riferimento al Natale all’interno della scuola, commettendo una grave ingiustizia nei confronti della maggioranza dei giovani allievi che vorrebbero celebrare in un qualche modo questa festività così radicata nella nostra tradizione. Se si pensa che nella Francia di Hollande, è stato addirittura vietato l’allestimento di un presepe perché turbava la neutralità dello stato, si ha un’idea dell’abisso “nichilista”in cui una certa cultura politica è caduta, confondendo laicità con laicismo, neutralità dello stato in materia religiosa con indifferenza “colpevole” verso la nostra storia ed identità.
L’augurio che faccio a tutti noi è quello di non dimenticare questa festività ma di trarre spunto dalla venuta di questo bambino per un impegno in ogni sede a favore del riconoscimento delle radici cristiane d’Italia ed Europa; un paese,un popolo che si vergogna delle proprie origini e della propria identità non ha futuro.