Non condivido l’enfasi dell’attuale maggioranza sui recenti provvedimenti del governo nell’ambito scolastico,in quanto i nodi che da sempre condizionano la scuola italiana permangono,in molti casi aggravati; si parla di aumento dei docenti e di quelli di sostegno in particolare (purché siano funzionali al recupero del disagio) e di fondi stanziati per il diritto allo studio. Tutto bene ma possibile che non si affronti almeno parzialmente la riforma dell’attuale struttura elefantiaca e statalista del Ministero, allineando l’Italia agli altri paesi europei più evoluti come Germania, Francia, Gran Bretagna dove l’aspetto EDUCATIVO è preminente rispetto a quello OCCUPAZIONALE? Come è possibile parlare di diritto allo studio quando il 95% delle risorse disponibili è drenato a favore dei docenti, molto spesso sottopagati (perchè troppi rispetto alle possibilita del sistema scolastico italiano) e proletarizzati, privi di adeguati riconoscimenti professionali per il merito e livellati al basso? Forse perché così vogliono i sindacati? E’ chiaro che non si può cambiare drasticamente una struttura che dura da un secolo e mezzo, ma invertire la tendenza in atto si può e si deve! Purtroppo l’ostilità della sinistra al mutamento dell’attuale situazione ha finora impedito ogni ipotesi di rinnovamento. Saro’ stancamente ripetitivo ma ritengo che fino a che non decollerà un reale pluralismo educativo che riconosca la libertà di scelta educativa alle famiglie ed allo studente,favorendo una reale competizione fra modelli educativi diversi, seppur all’interno di un sistema pubblico valido per tutti e dotato di poche regole essenziali,la situazione della scuola italiana non migliorerà; bisogna uscire dal modello statalista del secolo scorso e dare maggiore autonomia agli istituti favorendo un’integrazione fra docenti delle scuole paritarie (riconosciute nella loro identità) e statali, attuando pienamente nei fatti (non solo a parole come avvenuto finora), il sistema pubblico integrato come prevede la legge Berlinguer (n. 62 del 2000) e riconoscendo anche economicamente il pluralismo educativo,la qualità dell’offerta formativa da chiunque proposta, nell’ambito di REGOLE ORDINAMENTALI valide per tutti. Ai probabili tanti critici di queste mie osservazioni rispondo che queste mie riflessioni si muovono nell’ambito di una legge già esistente,(votata da un’amplissima maggioranza) che deve però essere applicata!