Lettera a Sandro Bondi

Caro Sandro, nonostante non sia più in Parlamento (e ad oggi non mi è dato ancora conoscere le reali ragioni della  mia esclusione!)continuo a seguirti nelle cronache quotidiane e condivido molte delle tue riflessioni concernenti l’attuale momento politico,anche se da amico quale mi considero non ho compreso fino in fondo il tuo atteggiamento sulle questioni etiche ed in generale sui rapporti con il mondo cattolico, il tutto anche alla luce della tua intervista di lunedi 1° Luglio al “Giornale” nella quale rimarchi in modo nuovo, rispetto al passato,la natura LAICA E LIBERALE  della nuova FI. Credo che nel contesto italiano un partito  collocato nell’alveo del centrodestra come la ricostituenda FI non possa prescindere  dall’apporto esplicito dei cattolici nel solco della tradizione del partito popolare europeo e sia un  un errore riferirsi, come sta avvenendo  in queste settimane da parte di autorevoli esponenti, alla sola cultura laica e riformista.Del resto il successo di F I si deve alla intuizione del Presidente Berlusconi di rivolgersi alla tradizione caotica,liberale e riformista del nostro paese unendole in un disegno politico preciso ed attenuando certe divisioni”storiche”del passato.
In questo senso ho ben chiaro ad es per quanto concerne le questioni etiche che il rispetto delle persone, dei loro sentimenti piu intimi, è doveroso da parte di tutti con le inevitabili conseguenze (entro certi limiti) anche a livello giuridico, ma non posso accettare che in nome della laicità e della tradizione liberale del nostro partito, si neghi  di fatto ai cattolici operanti in politica di portare ad ogni livello delle istituzioni il loro sentire, che non può essere confinato solo nelle Chiese. La testimonianza pubblica di certi valori, che deve tener conto (lo ammetto) delle varie sensibilità presenti nel paese, non puo’ però essere considerata integralismo o violenza nei confronti di chi non condivide determinate impostazioni culturali,in quanto come cattolico non posso dividermi ma penso di operare nell’interesse comune, portando avanti le mie idee nel rispetto delle altre. Ti ho voluto sottoporre queste mie considerazioni per la stima che da sempre nutro verso di te e soprattutto per il rischio che il PDL e la  nuova FI corre, di abbandonare la sintesi fra tradizione cattolica, liberale e riformista per diventare un partito sostanzialmente “radicale” di fatto indifferente ad una qualsiasi dimensione etica, indispensabile,a  mio modo di vedere, in ogni società e soprattutto nell’attuale. Dicendo questo non auspico certamente lo”stato etico” ma un’attenzione a certi valori e sensibilita’ che il politico deve pur valutare. Con amicizia e stima.

Fabio Garagnani