Il violento attacco dell’ISIS alla Francia, compresa l’ultima decapitazione anche se molto ambigua, evidenzia non solo l’estrema debolezza dei servizi di sicurezza di quest’ultima di fronte all’integralismo islamico ed alla mancata integrazione dei mussulmani di terza generazione che non si sentono cittadini ma piuttosto mussulmani, ma anche uno smarrimento generale dell’opinione pubblica, scioccata dalla virulenza dell’attacco e priva di difese culturali oltre che militari. Il problema della Francia è la progressiva perdita di coscienza della propria identità e tradizione culturale, radicata piaccia o meno nel cristianesimo. Basta scorrere la storia di questo paese una volta chiamato “figlia primogenita della Chiesa” negli ultimi 200 anni, per rendersi conto del progressivo (e spesso rude) allontanamento dalla tradizione cristiana, dalla Rivoluzione del 1789 ad oggi culminata in una serie di leggi ancora in vigore, che in nome della cd laicità repubblicana hanno violentemente laicizzato ogni ambito della vita sociale, proibendo ogni simbolo cristiano nei luoghi pubblici, nelle scuole e persino nei cimiteri. Il risultato di tutto ciò è una Francia “stanca e disperata” incapace di reggere il confronto con un ISLAM aggressivo e pericoloso, consapevole della sua forza e delle “quinte colonne” presenti nelle banlieu parigine e nelle principali città. La retorica repubblicana condensata nelle tre parole spesso abusate, “liberte’, fraternite’,egalite” non regge più oggi come oggi e sarebbe il caso che i governanti francesi si rendessero conto che il vero nemico della Francia non è il presunto oscurantismo clericale ma l’integralismo islamico.