La scarcerazione di Pietro Maso, reo di aver massacrato i genitori, non può essere affrontata all’insegna di un generico”buonismo”e nemmeno all’insegna di una punizione esemplare che sfiora la vendetta, ma con la consapevolezza che senza entrare nel merito dei sentimenti personali del protagonista dell’efferato massacro, la società ha il dovere di proteggere i suoi componenti da comportamenti conflittuali con ogni sensibilita’,dimostrando SENZA OMBRE DI DUBBIO CHE LA GIUSTA SANZIONE PER DELITTI ABOMINEVOLI NON PUÒ ESSERE CONFUSA CON IL PERDONO UMANO. Occorre riformare la legislazione attuale troppo tollerante nei confronti di giovani responsabili di efferati delitti, le pene previste sono troppo miti e con attestati di buona condotta rischiano di diventare ridicole; sia ben chiaro la pena serve per redimere il condannato e non sono certo favorevole alla “morte civile” di chicchessia. Credo però che una maggiore severità ed accertamenti più rigorosi sull’effettivo pentimento del reo s’impongono. In questo senso ritengo più che mai attuale la mia proposta di legge di modifica della legge “Gozzini” che puntava l’attenzione proprio sui casi come quello in questione.