La legge sul riconoscimento dei figli naturali tra giustizia e ingiustizia

Legge figli coppie di fattoIeri in Parlamento si è votata una legge importante: quella che in buona sostanza equipara, a livello di diritti, i figli nati da coppie sposate a quelli nati da unioni di fatto. Principio giusto, riconoscimento dovuto e necessario. Se però si va più in profondità, se ci si sofferma a leggere i tanti articoli che danno fisionomia a questo provvedimento di legge, ci si renderà conto che, tra i tanti, è stato “autorizzato” anche un fondamento profondamente ingiusto e pericoloso, che lede chiaramente i diritti dei bambini. Vado a speiegare.
Il dibattito (svoltosi ieri a Montecitorio) concernente La legge sul riconoscimento dei figli naturali dimostra fino a che punto in Parlamento l’ideologia condiziona principi fondamentali che dovrebbero essere alla base di ogni consorzio civile: nel caso di “incesto” viene riconosciuto al genitore colpevole di questo abominevole reato la possibilità di riconoscere il figlio, nell’interesse del bambino stesso, si dice. Ma siamo sicuri che tutto ciò avvenga nel suo reale interesse? Se è’ vero che il genitore in oggetto perde la patria potestà’,(ci mancherebbe altro) e’altrettanto vero che riconoscere il suo diritto di riconoscere il figlio e’ un non senso ed una palese violazione del diritto del bambino oggetto di violenza. Anche io come tanti colleghi mi sono opposto a questo aspetto della legge,che peraltro contiene alcuni aspetti giusti, nel garantire al bambino nato fuori dal matrimonio gli stessi diritti degli altri, ma che rischia di ingenerare su questo punto fondamentale equivoci pericolosi forieri di danni enormi per la societa’ed ho sottoscritto al riguardo gli emendamenti chiarissimi ed esemplari dell’on Mantovano,esprimendo voto contrario alla legge medesima.