In merito alla recente decisione del Governo Monti di applicare l’IMU a tutte le scuole paritarie con l’esenzione dal pagamento solo per quelle in cui non c’è retta o comunque nel caso ci sia ma di importo puramente simbolico tengo a ricordare la preziosa funzione educativa svolta dagli istituti scolastici paritari, in molti casi, da centinaia di anni.
Il provvedimento del Governo, se applicato in via definitiva, mette seriamente a rischio la sopravvivenza di questo importante patrimonio culturale peraltro già profondamente segnato da una crisi nei numeri degli iscritti (si calcola che nello scorso anno scolastico le scuole paritarie italiane hanno perso circa 12.000 studenti). Oggi la prospettiva più immediata è quella di mandare definitivamente disperso un patrimonio secolare di istruzione e cultura, con evidenti danni per il mantenimento dell’identità storico-culturale del nostro paese, (basti pensare all’opera formativa svolta dai Salesiani, Gesuiti, Barnabiti, Domenicani, Filippini etc.).
La precipua funzione educativa delle paritarie non può essere confusa con attività commerciali (le rette pagate a mala pena consentono il mantenimento delle attuali strutture, con il sacrificio notevole di docenti e genitori) e se si tratta di adeguarsi agli standard Ue con il recepimento del nuovo quadro normativo IMU è necessario che i finanziamenti in favore delle medesime siano aggiornati e allineati all’Europa.
Gli istituti paritari poi, per effetto di una legge dello Stato (l .62 del 2000 cd. Legge Berlinguer) sono considerati a tutti gli effetti pubblici anch’essi, si pensi ad es. alla funzione delle scuole materne diffuse capillarmente in ogni angolo del paese nell’assenza spesso dello Stato e delle sue emanazioni periferiche, od alla funzione benefica e di indirizzo per i giovani degli istituti salesiani;
con la loro eventuale chiusura nè lo Stato medesimo nè gli enti locali riuscirebbero a farsi carico dei problemi conseguenti ad un aumento della popolazione scolastica e conseguentemente verrebbe meno il diritto di libertà educativa per le famiglie e i loro figli.
Da tali premesse ho deciso di interpellare il Governo per chiedergli un ripensamento del provvedimento ricordato, il quale, se adottato, assumerebbe un aspetto particolarmente vessatorio e penalizzante non solo verso la libertà di educazione e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, ma che si caratterizzerebbe anche come un rifiuto di alcune pagine significative della storia d’Italia che non farebbe onore all’attuale governo.