Se è vero che l’aiuto agli indigenti è un dovere “primario” della comunità organizzata che si chiama comune, è altrettanto vero che gli enti locali si trovano oggi in difficili condizioni economiche per effetto anche del venir meno rispetto al passato di finanziamenti da parte dello stato; in questo contesto l’afflusso di immigrati carica il comune di NUOVI ONERI non solo economici ma anche organizzativi e sociali. E’ vero, le prefetture riversano ai comuni i contributi statali per ogni immigrato, ma mi chiedo e chiedo provocatoriamente: questi soldi non era meglio destinarli ai residenti e soprattutto a coloro (e sono tanti) che si trovano in difficoltà economiche e occupazionali? Non intendo scatenare una guerra tra poveri e mi faccio carico del dovere di solidarietà di ogni uomo per un suo simile a qualunque razza appartenga, ma il dovere di solidarietà è INNANZITUTTO PER i PROPRI CONCITTADINI e ad un certo punto occorre fare scelte precise anche imbarazzanti. Queste considerazioni mi sono venute in mente in mattinata leggendo i quotidiani locali che accennano alla situazione dei comuni bolognesi (della pianura e della montagna) e ovviamente di altre città costretti ad ospitare immigrati per effetto di una politica assurda del governo Renzi volta non tanto a contenere l’immigrazione quanto di fatto a favorirla indirettamente. Il ministro Alfano banalizza il problema dicendo che non si possono buttare a mare poveri disperati e sono d’accordo ma non esiste forse un’altra scelta che è quella di scoraggiare le partenze pattugliando le coste del Nord Africa? Mi rendo conto che risolvere con dignità questo problema non è facile ma il nostro governo non lo affronta nemmeno subendolo di fatto passivamente elimitandosi ad accusare l’Europa che peraltro ha responsabilità gravissime. Il rischio di una guerra tra poveri non è poi così lontano!