In mattinata in commissione cultura della Camera dei deputati si è verificato un grave ed inammissibile fatto che ha visto il presidente e il capogruppo del PD opporsi categoricamente alla votazione della mia risoluzione presentata perché finalmente si dia seguito alla legge n.62 del 2000 che prevede un sistema scolastico integrato pubblico privato e dall’impegno preso in aula dal Governo.
Era cosa nota l’ostilità all’approvazione del suddetto testo da parte della sinistra, nonostante la conclamata volontà di tutelare il pluralismo sociale ed educativo da parte dei suoi esponenti, ma la decisione presa dalla maggioranza di sinistra e dalla presidente, in assenza di legittimo confronto, mi lascia alquanto perplesso soprattutto se si considera l’importante e fondamentale ruolo che svolge il pluralismo educativo nel rendere più moderno e flessibile il sistema scolastico nel nostro paese, secondo principi di autonomia, di sussidiarietà e di partecipazione e per allinearlo alle più avanzate realtà scolastiche europee.
“Il mio auspicio era che la sinistra e certi laicisti presenti abbandonassero un certo antistorico concetto di monopolio statale della pubblica istruzione riconoscendo che è giunto il momento anche in Italia, ultima tra i paesi europei, di attuare un vero pluralismo educativo.
A questo punto ritengo che il PD debba assumersi la propria responsabilità nel non volere una scuola autenticamente pluralista e non competitiva ed in grado di rispondere alle esigenze di tutti nella formazione ed educazione delle nuove generazioni. Il comportamento tenuto oggi in commissione da parte dei rappresentanti della sinistra lede il diritto essenziale di studio e della capacità per ogni singolo di decidere liberamente il percorso educativo più confacente alle proprie aspirazioni e viola la lettera e lo spirito della legge n.62 del 2000.