Al di là della polemica politica non possono passare inosservati i 40 anni trascorsi dalla fondazione del Giornale di Indro Montanelli; solo chi ha vissuto quegli anni caratterizzati da estremismo politico ed ideologico, da un PCI ancora legato all’URSS e dall’emergere delle brigate rosse, può capire l’importanza che ebbe per la libertà ed il pluralismo quel giornale che sotto la direzione del coraggioso ed intrepido Montanelli sfidò il monopolio culturale e politico del partito comunista,le debolezze di una parte della DC e di quel mondo cattolico che credevano nell’ineluttabilità dell’avvento del comunismo. Ricordo benissimo, allora studente universitario, i rischi che si correvano nell’avventurarsi in via Zamboni e nell’Università con il “giornale” in mano o gli sguardi severi in treno o sull’autobus di militanti di sinistra o in consiglio comunale; sembrava quasi che dissentire dal verbo comunista fosse sinonimo di eversione mentre gli eversori erano altri. Degna di ricordo è pure la battaglia nelle elezioni politiche del 1976 a favore della DC e dei candidati moderati per evitare il sorpasso del PCI di Berlinguer e le analisi critiche sui paesi dell’est europeo e le persecuzioni nei confronti della Chiesa cattolica,ignorate queste ultime dal PCI e da qualche chierico rinnegato. In ultima analisi al Giornale va la riconoscenza di tanti italiani per la sua difesa della libertà, di ogni libertà contro il totalitarismo comunista incombente sotto le mentite spoglie dell’eurocomunismo.Ed infine come non ricordare la viltà di tanti intellettuali allora violentemente contrari alla linea del Giornale in presenza peraltro del maggior quotidiano italiano ” Il Corriere della sera “schierato con la sinistra in tutto e per tutto?