Confesso che non condivido assolutamente “l’antigermanesimo” che sta caratterizzando parte dell’opinione pubblica italiana in questo delicato momento, sobillata da troppi agitatori politici interessati a scaricare sulla Germania della Merkel le loro inefficienze. Riconosco che la politica della cancelliera ha privilegiato troppo il proprio paese dimenticandosi del ruolo svolto dai suoi predecessori Kohl in particolare per non parlare di Adenauer,(cattolici non a caso, fedeli discepoli della Chiesa Romana e non è poco) attenti alle radici europee della Germania, memori del passato “nazista”da non dimenticare e tenere sempre presente come una macchia indelebile per il popolo tedesco e proprio per questo integrandolo sempre più in Europa, ma non si possono scaricare su quel paese i problemi non risolti dei vari governi “incapaci spesso di trattare con il pugno di ferro”. Sì, lo ammetto, sono orgoglioso di essere italiano ma sono anche un ammiratore della cultura tedesca, della sua filosofia, della sua cultura musicale, del senso dello stato e del diritto di tutti i suoi cittadini e del modo con cui i tedeschi sono riusciti a superare il trauma della riunificazione unificando realtà diverse come ad es la Renania e la Sassonia ed in genere i territori dell’ex DDR (se pensiamo che a distanza di 150 anni e più dall’unificazione, persiste ancora in Italia una questione meridionale, si ha un’idea del percorso che la nostra Italia deve ancora fare per raggiungere una completa unità anche morale e spirituale). Rispetto alla sorella “latina” Francia, sempre prigioniera dei suoi stereotipi giacobini radicaleggianti o all’Inghilterra “anglicana” chiusa nel suo orgoglioso nazionalismo decadente, molto meglio il paese di Papa Ratzinger (peccato si sia dimesso) che al suo interno ha raggiunto una notevole coesione sociale. In questi anni bisogna ammettere che solamente il Presidente Berlusconi ha tentato di porre un argine allo strapotere tedesco nell’interesse dell’Italia, ostacolato all’interno ed all’esterno soprattutto dalla sinistra che non ha mai avuto interesse ad un maggiore ruolo internazionale dell’Italia, ma detto questo, solamente in Europa e confrontandosi anche duramente ma sempre in amicizia con la Germania, l’Italia può recuperare e valorizzare la sua dignità ed identità all’interno della comune casa europea.