Torna alla ribalta la vexata quaestio del “ius soli” il diritto di cittadinanza per i minori stranieri nati in Italia, così come enunciata in queste ore dal Presidente del Consiglio Renzi. Al di là di facili pietismi o ricorsi al diritto naturale, ritengo che le drammatiche vicende del Medio Oriente e la presenza fra i fanatici e crudeli combattenti dell’ISIS di cittadini europei di origine e cultura mussulmana, ponga il problema del significato preciso del termine “integrazione “e del dovere dei nostri governanti di verificare fino in fondo il senso di appartenenza alla nostra civiltà e tradizione degli eventuali nuovi concittadini.Non basta completare il ciclo della scuola dell’obbligo per acquisire il diritto di cittadinanza ed al riguardo consiglierei a Renzi di parlare con i britannici di origine pachistana, brillantemente laureati nelle università del Regno Unito e diventati terroristi o comunque simpatizzanti dei movimenti islamici più oltranzisti” !!! Se anche un minore frequenta in Italia la scuola e nell’ambito famigliare o nelle moschee gli viene insegnato disprezzo o odio verso la storia del nostro paese,che senso ha parlare di integrazione e cittadinanza? ” In questo senso sarebbe molto più logico concedere la cittadinanza al compimento della maggiore età previa esplicita dimostrazione di conoscenza della nostra lingua e storia.”Riprendendo quanto dicevo all’inizio di questa mia riflessione, le regole draconiane che il governo francese ha posto per arginare il nuovo integralismo dei milioni di cittadini di fede islamica,o la crisi di identità vera e propria di paesi come la GranBretagna, l’Olanda, Svezia e Danimarca da sempre molto tolleranti verso l’immigrazione, dovrebbero indurre il nostro premier, sempre così precipitoso, ad un minimo di cautela nell’affrontare questo argomento che se non affrontato seriamente può mettere a repentaglio la convivenza sociale del nostro paese.