Cooperative e governance: servono maggiori trasparenza e controllo

Fin dalle sue origini il movimento cooperativo, oggi sempre più frequentemente interessato da fenomeni inquietanti che ne mettono in discussione la sua stessa ragion d’essere, ha subito continue e profonde trasformazioni.
Sin dalle origini c’è stata una diretta correlazione tra i lavoratori che operavano nei vari settori e le aggregazioni politiche che cominciavano a nascere e a formarsi in quel periodo; grazie alla mutualità che aggregava categorie di lavoratori o di mestieri, infatti, il fenomeno cooperativo ha da sempre riunito in sé la doppia natura economica e politica, collocandole al centro delle dinamiche istituzionali e diventando progressivamente beneficiario di innumerevoli misure agevolative.
Una parte del movimento cooperativo, e in particolare «quello rosso», si è particolarmente sviluppata sino a raggiungere dimensioni notevoli e ad inserirsi anche in settori che non rientrano nel principio della mutualità, quali quelli bancario, creditizio e assicurativo.
Alla luce di cui sopra, credo sia oggi sempre più necessario mettere in campo dispositivi e strumenti che favoriscano la trasparenza e la governance nel movimento cooperativo, il quale, se vuole mantenere un ruolo importante nel contesto economico, non può indulgere verso forme di clientelismo e di strumentalizzazione politica; in questo contesto è doveroso soffermarsi sulla necessità del corretto rapporto fra impresa e consumatore e, in un contesto diverso, fra impresa e fisco.
La situazione di monopolio assoluto delle cooperative in vari settori, dall’abitazione alla distribuzione, sanità e altro, condiziona negativamente, a mio modo di vedere, il libero mercato penalizzando di fatto i consumatori, sempre più vittime di abuso di potere da parte di questi colossi che, soprattutto nella regione Emilia-Romagna, hanno, in molte realtà, cancellato il commercio al dettaglio e qualsiasi altra forma di concorrenza.
Credo pertanto indispensabile che la concessione di finanziamenti e di un credito di imposta agevolati per la ricostruzione degli immobili ubicati nei territori colpiti dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012, sia subordinata ad un efficace sistema di controllo diretto ad assicurare i criteri di economicità e di trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche.