Il taglio dei costi della gestione della cosa pubblica dovrebbe comprendere anche le società partecipate più strettamente locali come la “bassa bolognese” che viaggiano fuori dalle logiche dei controlli e creano dei buchi di bilancio che si ripercuotono sul cittadino.
E’ sempre più difficile credere ad un governo che si sta adoperando per tagliare i costi della cosa pubblica, quando ci si ritrova dietro casa con delle società partecipate locali che hanno una miriade di scopi. Solo nelle Terre d’Acqua ce ne sono 13, in tutta l’Emilia Romagna sono 435 società (su un totale in Italia di 5.273).
D’accordissimo sull’incentivazione dell’imprenditorialità ma avere una società per la lotta alle zanzare, un’altra per la gestione dei cimiteri, un’altra per la salvaguardia della pera, un’altra per l’agricoltura e l’ambiente è uno spreco (in calce l’elenco completo). La governance di questi servizi può essere ottimizzata, qualsiasi manager che si rispetti sarebbe in grado di gestire queste attività con una logica di razionalizzazione dei costi senza andare a discapito della qualità dei servizi. E’ possibile che una società partecipata locale di un comune di piccole dimensioni abbia una perdita di quattro milioni? Il cittadino continua a pagare e si ritrova sulle spalle la cattiva gestione di queste società.
Siamo sicuri che i vari consigli di amministrazione abbiano delle persone competenti?
Da un’indagine condotta dal sottoscritto (circa due anni fa) su 35 società partecipate della Provincia di Bologna risulta chiaramente come all’interno dei Consigli di Amministrazione delle società partecipate o anche nell’organigramma delle medesime, vi siano persone spesso frutto del “riciclo” di chi non è riuscito, per esempio, a essere rieletto nella giunta comunale con il centro-sinistra e poi viene inserito nel cda di una società partecipata, oppure troviamo conflitto d’interessi tra chi fa il coordinatore del PD o è nel comitato direttivo del partito medesimo in un paese della provincia e anche l’amministratore in una o più partecipate. Le società partecipate sono più o meno sempre le stesse e, guarda caso, con presidenti o consiglieri ex esponenti del PD o dei vecchi DS, questo sistema politico-clientelare-partitico e amministrativo crea un circolo vizioso che non da la possibilità, magari ad altre realtà imprenditoriali del territorio, di emergere o affermarsi nel territorio. (cit. agenzie stampa Dire e Ansa 2012).
E’ alquanto evidente come queste persone non siano interessate tanto alla buona gestione dei servizi quanto alla poltrona che può sempre diventare un trampolino di lancio per andare ai piani più alti della politica.
Mi rincresce sapere che oggi nulla è cambiato rispetto a due anni fa, quando già consapevole della gravità della situazione, ho fatto una proposta di legge su questa questione “Istituzione dell’autorità per i servizi locali del 18 giungo 2012”
Società partecipate delle Terre D’acqua
1.Virgilio, Servizi cimiteriali
2.Futura, Formazione professionale (meno 500 mila euro di perdita solo quest’anno, sommando i debiti anni precedenti si arriva alla cifra di quattro milioni di euro).
3.Centro Agricoltura Ambiente
4.Sustenia, per la lotta alle zanzare
5.Idropolis, per la gestione delle piscine
6.Seneca, servizi sociosanitari
7.Consorzio della Pera Emilia Romagna
8.Centro Ramazzini, lotta al tumore
9.Geovest, raccolta dei rifiuti
10.Matilde, per la ristorazione nelle scuole
11.Lepida, cura l’informazione e comunicazione
12.AFM, servizi farmaceutici
13.Hera, multiutility