La vicenda dei centri sociali e la tardiva reminiscenza del sindaco Merola e del PD bolognese in merito alle decine di convenzioni stipulate in questi anni, con indubbie facilitazioni economiche, in cambio forse di appoggi politici o neutralità di un qualche tipo, pone il problema della tolleranza con la quale la sinistra bolognese ed in particolare PCI/PDS/PD hanno guardato i movimenti così detti alternativi, prendendo con cautela le distanze quando c’è ne era assoluto bisogno e trattando magari sottobanco in altre occasioni. I disordini di questi giorni e le parole (per ora soltanto parole) del sindaco Merola confermano l’ambiguità della sinistra istituzionale e la necessità che il PD esca una volta per tutte da quel cono d’ombra che lo fa “ammiccare da un lato con i ceti medi dall’altro con gli “antagonisti” il cui unico scopo è di distruggere e contestare senza costrutto. Come si può dire: “sgombererò i violenti dai centri sociali “(Merola) quando è stato proprio il suo partito, negli anni, a metterli in quelle stesse strutture? Troppo comodo lasciare il “lavoro sporco” a Polizia e carabinieri e poi dialogare con chi non merita alcun dialogo. Bologna ha bisogno di una svolta, di una precisa scelta di campo che difenda la città dai facinorosi e che metta in primo piano i problemi della sicurezza del cittadino e dell’ordine pubblico senza ambiguità alcuna,cosa che il PD non riesce a fare perché ormai incapace di governare questa città.