A proposito dell’interessante articolo di Giuliano Ferrara “Relativismo ad maiorem gloriam Dei” pubblicato sul Foglietto di ieri, mi sono permesso di inviare alcune mie osservazioni al direttore dell’omoimo quotidiano e che mi sento di condividere con i lettori del mio blog.
Non vorrei che a forza di relativizzare e banalizzare le verità della fede cristiana,la Chiesa diventasse una pura agenzia sociale priva totalmente di quell’afflato spirituale e sacramentale che ne costituisce l’intima essenza; in questo senso anche io apprezzo le aperture di Papa Francesco al mondo moderno, e rammento la situazione in cui fu eletto, ma non posso non rilevare che certe aperture non accompagnate dalla riaffermazione di “principi non derogabili” come il diritto alla vita ed il no all’aborto od il ruolo della famiglia si riducono ad ottenere un effimero consenso da chi prescinde dagli insegnamenti della Chiesa Cattolica e pretende di snaturarla dall’esterno in nome della modernità (vedi Scalfari).Di fronte all’apostasia di massa delle giovani generazioni europee occorre sì dialogo ma anche chiarezza dottrinale che non può essere attenuata in alcun modo, per compiacere un mondo che si è dato regole proprie alle quali non vuole rinunciare. Mai come in questo momento rimpiango ed apprezzo la grande figura di Papa Woityla che seppe coniugare dialogo e apertura agli altri con la necessaria fermezza su alcuni temi etici-dottrinali ed in questo senso condivido pure il coraggio di quei vescovi Nordamericani che si battono per il diritto alla vita contro l’aborto nonostante l’opposizione dei cd poteri forti americani. Non mi pare peraltro che in America Latina l’accento eccessivo posto da molti vescovi sulle tematiche sociali abbia prodotto un aumento dei cattolici, casomai sono aumentate le sette protestanti il che indica che la giusta attenzione alle tematiche sociali ed alle novità non porta automaticamente ad un incremento della fede se si prescinde da questa e da certe verità eterne. Mi rendo conto che queste mie affermazioni vanno controcorrente rispetto alle piaggerie di un laicismo nostrano ed anglosassone che loda Papa Francesco strumentalizzando spesso le sue parole per poi fare ciò che vuole, ma sono preoccupato e disorientato per le linee pastorali dell’attuale papato che rischia, probabilmente senza volerlo, di minare le fondamenta della Chiesa, avallando indirettamente una critica indistinta e feroce al suo passato fatto sicuramente di luci ed ombre, in cui le luci prevalgono comunque ampiamente. In conclusione se è vero ed è vero che Ecclesia semper reformanda è altrettanto vero reformanda in veritate et secondum traditionem.