4 novembre festa della Vittoria, delle forze armate e dell’unità del paese! Senza condividere l’enfasi di certi nazionalisti ad oltranza, ritengo che l’Italia non possa fare a meno di ricordare certi eventi collegati alla sua storia e soprattutto le centinaia di migliaia di giovani che hanno dato la vita per la Patria, anche se spesso di patria non si trattava ma delle ambizioni personali dei potenti di turno o della concezione meramente dinastica di Casa Savoia o delle intemperanze di rumorose minoranze nazionalistiche. A prescindere dal fatto che nel 1914 il Parlamento Italiano era a larga maggioranza contro la guerra,interprete in ciò dei sentimenti del paese, e l’atteggiamento di Giolitti ne è un esempio, è indubbio che il 4novembre è una data unificante ed emblematica per il nostro paese e come tale deve essere riconosciuta da chi si sente italiano. Desidero però rilevare anche in riferimento alla visita del Presidente del Senato al sacrario di Redipuglia alcune osservazioni critiche su vicende collegate ad errori e colpevoli atteggiamenti che causarono tanti morti;intendo riferirmi all’insensibilità di generali come Cadorna che mandarono letteralmente al massacro migliaia di giovani falciati dalle baionette austriache ed alle fucilazioni in massa per evitare diserzioni ed incutere timore ai soldati. Se penso ai poveri alpini morti sulle Alpi per senso del dovere e spesso privi di dotazioni adeguate, sovente congelati, od alle migliaia di fanti lanciati all’attacco alla baionetta senza adeguata copertura ed alla rotta di Caporetto non posso tacere le gravi responsabilità degli alti comandi ma soprattutto della classe dirigente liberale e di Casa Savoia,che per un malinteso onore di Patria rifiutarono le pur deboli proposte di cessione del Trentino all’Italia da parte dell’Austria ed i coraggiosi tentativi di mediazione di Papa Benedetto XV che parlò di “una inutile strage”,ostacolato in ciò dalla potente Massoneria. E’vero che la storia non si fa con i se ma è altrettanto vero che oggi molti interrogativi vengono posti da illustri storici sulle cause della prima guerra mondiale e se la si poteva evitare.