Ieri 2 giugno festa della Repubblica, mi chiedo che significato può avere questa celebrazione in un momento di crisi profonda del nostro paese alle prese non solo con difficoltà economiche ed occupazionali mai viste in precedenza, ma anche scettico sulle prospettive future del sistema Italia. Bene la parata militare a Roma ed il tradizionale saluto del capo dello stato, ma nel momento in cui i Marò lanciano un monito significativo al governo, che cosa fa quest’ultimo al di la delle solite parole? Che significato ha oggi l’unità nazionale di fronte a fenomeni disgregativi preoccupanti, causati da un lato da un centralismo statale asfissiante e dall’altro da regioni troppo numerose spesso paralizzate da logiche politiche e clientelari? Di fronte all’immigrazione extracomunitaria quale significato può avere la difesa della nostra tradizione culturale?S ia chiaro è giusto festeggiare la Repubblica, ma più come festa del “genio italiano “, della nostra gloriosa tradizione culturale e spirituale che come festa di una istituzione sicuramente importante per l’unità degli italiani, che deve però essere riempita di contenuti nuovi per renderla più moderna “al passo con i tempi”. In ogni caso che senso hanno queste date,2 giugno, 25 aprile dal momento che ancora oggi la nostra Repubblica si rifiuta di celebrare adeguatamente una data storica per il nostro paese, mi riferisco al18 Aprile 1948 che ci liberò dalla minaccia del comunismo e stabilì la democrazia?