(L’Espresso) In questa legislatura ha presentato decine di atti parlamentari per denunciare comportamenti “politicamente scorretti”. Ora vorrebbe una nuova festa nazionale: il 18 Aprile, per ricordare la vittoria della Dc alle elezioni del 1948.
Fabio Garagnani, deputato PDL Bologna, è un politico di lungo corso del centro-destra bolognese. Viene dal territorio, dove con la Dc ha fatto una lunga gavetta: prima consigliere comunale, poi provinciale e infine regionale.
Con l’entrata di Berlusconi in politica, aderisce a Forza Italia con cui viene eletto alla Camera tre volte (2001, 2006 e 2008). In questa legislatura, ha ormai acquisito una disceta esperienza (11 anni da parlamentare) e si contraddistingue per l’altissima percentuale di presenza ai lavori d’Aula: 99,14%.
Ma si fa notare anche per altro: un’attività instancabile per sradicare il comunismo. Il primo obbiettivo che si pone è quello di “bonificare” la scuola bolognese e a tal fine ha presentato decine di atti parlamentari per denunciare comportamenti “politicamente scorretti”.
Ha chiesto l’intervento del Ministro della Pubblica Istruzione innumerevoli volte, fra cui:
– per verificare l’imparzialità dei libri di testo,
– per vietare ai presidi di candidarsi a cariche pubbliche,
– per impedire la lettura nei licei di un libro dell’ex magistrato Gherardo Colombo,
– per obbligare le scuole a esporre il crocefisso,
– per intervenire contro i professori che denigravano la Riforma Gelmini
Dopo aver profuso le proprie energie sulla scuola, ora l’Onorevole Fabio Garagnani ha deciso di passare al livello successivo.
Ha chiesto l’istituzione di una nuova festa nazionale: il 18 Aprile, per celebrare la vittoria della Democrazia Cristiana alle elezioni del 1948.
Inoltre, per non alienarsi le simpatie del Governo (ricordate il sottosegretario Polillo?) ha precisato come “ovviamente essa non determinerà riduzioni dell’orario di lavoro degli uffici pubblici né, qualora cada in giorno feriale, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado”.
Fonte: L’Espresso