(DIRE) Bologna, 21 giu. – Il voto favorevole della Lega Nord alle linee di indirizzo proposte dalla giunta comunale di Bologna per la nomina nelle societa’ partecipate spiazza il Pdl. Decisamente irritato appare il coordinatore cittadino del Popolo delle
liberta’ che sui criteri adottati dall’amministrazione per le nomine esprime un giudizio severo: “Si intravede un pericoloso continuismo”. Per Garagnani e’ dunque “inspiegabile” il voto di ieri del Carroccio, nonostante i leghisti siano riusciti a far passare un vincolo che taglia fuori dalle candidature chi e’ stato sindaco o assessore negli ultimi tre anni. In ogni caso, afferma il deputato, “suscita sconcerto” il voto leghista assieme al Pdl per gli indirizzi per le partecipate per “l’importanza dell’argomento e la necessita’, al di la’ della distinzione dei due partiti, di mantenere quella prospettiva politica unitaria Pdl-Lega espressa in campagna elettorale”.
Insomma, il si’ alla proposta di Palazzo D’Accursio si configurerebbe come una sorta di piccolo tradimento, sul quale Garagnani per ora sorvola. “Mi auguro che sia solo un incidente di percorso, oltretutto in presenza di una totale mancanza di dibattito politico sulle prospettive di Bologna e sul ruolo che il Comune intende darsi nelle societa'”, avverte Garagnani, che stronca il dispositivo approvato ieri: “Ben poca cosa rispetto alle necessita’ della citta’ in un contesto di progressivo degrado e di mancato decollo”, visto che “al di la’ delle buone intenzioni, si intravede quella sorta di continuismo pericoloso che tanto male ha fatto a Bologna, mentre ci sarebbe bisogno di uno scatto di orgoglio che riassuma le emergenze della citta': Fiera e rapporto con il polo di Milano, aeroporto Marconi e sistema regionale, presenza nelle ex municipalizzate”. Tra le preoccupazioni di Garagnani anche le ASP, per le quali “si impone una gestione nell’effettivo interesse della citta’ che eviti la politicizzazione che le ha caratterizzate fin qui”. Insomma, conclude il numero uno del Pdl sotto le Due torri, “posso capire che per i primi mesi occorra fare sconti al sindaco, ma le linee di indirizzo e lo scarso dibattito che le ha caratterizzate sono il termometro di una volonta’ normalizzatrice e continuista che poco si accorda con l’interesse della citta'”.