Premesso che la lotta all’evasione purché corretta e rispettosa del diritto dei singoli è giusta e doverosa e che debbono essere condannati atti di violenza o di intimidazione nei confronti dei funzionari che fanno il proprio dovere, contesto radicalmente l’intervento del sindaco Merola ancora impregnato dei soliti luoghi comuni contro l’evasione fiscale tipici di una certa sinistra ideologica.
Mi pare che Merola debordando dalle sue funzioni di sindaco concepisca la lotta all’evasione fiscale come lotta di classe ricorrendo addirittura a minacce e dimenticandosi o ponendo in secondo luogo i problemi del nostro Paese che se da un lato fanno riferimento al fatto grave che ci sono italiani che non pagano le tasse, dall’altro non si fa carico del fatto che la pressione fiscale, per come è articolata oggi, del nostro paese è la più elevata d’Europa e sta danneggiando piccoli e medi operatori economici impedendo loro di investire, produrre ed innovare.
Non c’è bisogno di strumentalizzare i recenti suicidi, ai quali credo che il sindaco Merola debba dedicare una riflessione più attenta per rammentare che le modalità di riscossione delle tasse non rispettano spesso, come ha detto anche recentemente la comunità europea, i diritti individuali e che in Italia occorre una politica fiscale più dinamica ed elastica, in grado di favorire le imprese in difficoltà non costringendole a chiudere come succede attualmente per effetto dell’atteggiamento delle banche e a volte dell’agenzia delle entrate.
Mi preoccupano le parole di Merola in riferimento al ruolo del comune per scoprire l’evasione fiscale nella città di Bologna: non abbiamo certo bisogno di una inquisizione rossa per colpire i nemici di classe ma il rispetto della legge evitando delazioni o strumenti politici che nulla hanno a che fare con la lotta all’evasione e delle sue affermazioni il sindaco deve rispondere alla città.
On. Fabio Garagnani