Il sottoscritto On. Fabio Garagnani interpella il Governo per sapere – premesso:
Si fa riferimento alla vicenda che riguarda la concessione della semilibertà (dopo 17 anni di detenzione) a Marino Occhipinti, componente insieme ai fratelli Savi della banda della Uno Bianca, protagonista di efferati crimini che hanno seminato paura, sangue e dolore e che tanto hanno turbato la città di Bologna.
Per quanto riguarda Marino Occhipinti la crudeltà dei reati da lui compiuti non giustifica, a parere dell’interpellante, la concessione della semilibertà dal momento che la legge stessa prevede particolari condizioni che non sembrano sussistere nel caso in questione e che comunque sono da considerare troppo blande e non applicabili indistintamente a tutti i reati. Ed infatti all’art. 50 della legge sono previste le seguenti ipotesi:”1. Possono essere espiate in regime di semilibertà la pena dell’arresto e la pena della reclusione non superiore a sei mesi, se il condannato non è affidato in prova al servizio sociale. 2. Fuori dei casi previsti dal comma 1, il condannato può essere ammesso al regime di semilibertà soltanto dopo l’espiazione di almeno metà della pena……. 5. Il condannato all’ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà dopo avere espiato almeno venti anni di pena. 6. Nei casi previsti dal comma 1 la semilibertà può essere altresì disposta prima dell’inizio dell’espiazione della pena se il condannato ha dimostrato la propria volontà di reinserimento nella vita sociale; in tal caso si applica la disposizione di cui al comma 4 dell’art. 47″.
La Legge Gozzini risente di un clima falsamente buonista che ha imperversato in questi anni nella società italiana ed in parte in magistratura, tendente a vedere nel responsabile di gravi delitti sempre e comunque una persona “redenta, redimibile e pentita”, senza curarsi della giusta espiazione della pena e di un minimo di giustizia e di solidarietà che deve essere riconosciuta alle vittime e ai loro parenti.
Il pentimento e la buona condotta del reo sono sicuramente elementi significativi nella decisione di un giudice ma altrettanto significativi sono i diritti dello Stato e dei parenti, non alla vendetta ma al rispetto della giusta pena e della legalità.
Sulla base di tutto ciò chiede al Governo se non sia il caso di procedere ad una radicale modifica della legge Gozzini e nello specifico dell’art. 50 sopra genericamente riportato, che riduca drasticamente i termini per la semilibertà e stabilisca una giusta proporzione fra gravità del reato, responsabilità accertate degli esecutori e gravità delle pene, al fine di evitare che casi come quello di Occhipinti si ripetano .
On. Fabio Garagnani