A parte ovvie considerazioni da me già espresse sull’anomalia di una mostra del “PCI nella storia d’Italia”, senza nessuna considerazione critica sul ruolo nefasto esercitato da questo partito nella storia del nostro Paese che ha rischiato di soccombere ad una dittatura feroce nel 1948 se non ci fosse stata la vittoria della DC e dei partiti alleati, rimane il fatto che questa mostra e’ una vera e propria provocazione nei confronti di buona parte dei cittadini di Bologna e soprattutto dei parenti delle vittime della violenza di sinistra che insanguinò Bologna e l ‘Emilia Romagna.
Come si può prescindere da tutto ciò e dal costante avallo dato dal gruppo dirigente comunista ai crimini staliniani e dei regimi dell’est europeo o dal fatto che questo partito appoggiò il Patto di Varsavia contro il nostro Paese, approvando ad esempio l’invasione dell’Ungheria nel 1956?
Non credo alla buona fede dei massimi dirigenti del PD che disinvoltamente dimenticano il loro passato – ricordiamolo 100 milioni di morti in tutto il mondo provocati dai regimi comunisti- ma se si vuole dare una connotazione meramente storica a questa mostra, perché il sindaco Merola non si propone i Consiglio comunale di cambiare la toponomastica di Bologna e cambiare l’intitolazione di alcune strade cittadine come viale Lenin, via Stalingrado e via Togliatti?
Sarebbe il modo migliore di dimostrare da parte del gruppo dirigente PD la propria distanza dal PCI, ma ho molti dubbi che tutto questo possa accadere.