Il rapimento di Aldo Moro e il massacro della sua scorta ad opera delle Brigate Rosse fu un fatto che sconvolse il nostro paese e rischiò di destabilizzare totalmente le istituzioni, assolutamente impreparate ad affrontare la sfida del terrorismo. A distanza di 37 anni varie sono le interpretazioni di giornalisti e storici, e nonostante la condanna degli assassini, poco si sa dei mandanti e delle coperture che indubbiamente i terroristi ebbero. In questi giorni si sono sprecate le affermazioni sulle deficienze dello stato e soprattutto sull’errore commesso nel non patteggiare con i brigatisti salvando così Aldo Moro. Pur rispettando il sacrificio dell’eminente statista, ritengo che lo stato abbia fatto benissimo a rifiutare ogni cedimento, per il rispetto agli agenti trucidati e per salvaguardare la propria credibilità, nonostante le pressioni di parte ecclesiastica e politica per una trattativa. In ogni caso pur considerando la nobiltà delle motivazioni di Moro nel coinvolgimento del PCI in una maggioranza di governo al fine di rafforzare la democrazia, non ho difficoltà a dire oggi come allora studente universitario del movimento giovanile DC, che la politica del compromesso storico fu un grave errore in quanto mirava a coinvolgere nel governo il PCI di Berlinguer fortemente ancorato ai miti del” socialismo reale ” e legato con un cordone ombelicale all’Unione sovietica (vedi i vergognosi finanziamenti ricevuti con continuità sui quali si preferiva sorvolare). Purtroppo allora si respirava nel mondo cattolico di sinistra un clima di apertura al cd eurocomunismo che ignorava colpevolmente il dissenso nei paesi dell’est europeo e favoriva la ostpolitick vaticana vero e proprio fallimento diplomatico ed offesa alla “Chiesa del silenzio “come sostenevano i vescovi di quei paesi. In ogni ente locale si sentiva la pressione di un PCI estraneo ai valori della democrazia occidentale ed educato al culto dell’URSS: si voleva governare con questo partito nemico in patria? Si pensi che qualche mese dopo l’assassinio di Moro, finita la solidarietà nazionale il PCI di Berlinguer si mobilitò contro l’installazione dei missili “Pershing”in Italia, per reagire a quelli puntati contro il nostro paese dall’URSS! Come al solito il PCI si schierava contro il proprio paese. Sicuramente molto resta da dire su quegli anni, sulla guerra fredda in atto, sulla lotta fra le superpotenze ma i fatti son fatti e la miracolosa elezione al papato di Giovanni Paolo II ed il crollo dell’URSS posero la parola fine ad un periodo storico fra i più turbolenti del dopoguerra.