Di fronte ai risultati delle elezioni europee e soprattutto amministrative a Bologna ed Emilia Romagna che ancora una volta hanno premiato la sinistra in quasi tutti i capoluoghi e grossi centri, la tentazione di abbandonarsi allo sconforto ed addebitare il tutto alla cattiva sorte è molto forte anche se non si può negare il permanere di grossi condizionamenti economici che ad un certo livello “drogano il voto” o lo influenzano pesantemente da sempre, per non parlare poi del permanere di preclusioni ideologiche soprattutto nella componente anziana dell’elettorato. Mi rifiuto di credere che dopo 70 anni di egemonia pressoché assoluta, il PCI-PDS-PD abbia il “top” della classe dirigente e che gli scandali a ripetizione che hanno sconvolto varie amministrazioni di sinistra costituiscano solo episodi limitati e non invece il risultato conseguente ad una certa arroganza di potere oltre ad una assoluta mancanza di controllo da parte dell’opposizione. Detto questo, ritengo che FI, Lega fdl ed in genere tutto il centrodestra veramente alternativo alla sinistra, debbano interrogarsi innanzitutto sulle loro divisioni e sulle responsabilità “omissive” nei confronti delle varie amministrazioni. E’ poi chiaro che l’opinione pubblica emiliano romagnola non vede ancora nel centrodestra un vero partito di governo, vuoi per un’opposizione spesso fine a se stessa, vuoi per le tante difficoltà che i nostri pur eccellenti amministratori di maggioranza e minoranza sovente non riescono a superare.Si diceva una volta “partito di lotta e di governo”: beh, credo che questo slogan si possa adattare al nostro schieramento che mi auguro sappia capire il punto di non ritorno della sua azione politica anche nella prospettiva delle prossime regionali,nelle quali rischiamo di scomparire. Queste sono solo alcune mie riflessioni scaturite a caldo dopo una lettura dei dati elettorali; mi auguro in questa sede di aprire un dibattito SUL FUTURO del CENTRODESTRA in EMILIA ROMAGNA.