Renzi e il mancato accenno alla riforma delle Regioni

Renzi e la riforma delle regioniMi stupisco che nell’ambito delle riforme istituzionali promosse dall’aspirante premier Renzi non si parli adeguatamente della riforma (vorrei essere chiaro riforma non abolizione) dell’istituto delle Regioni che così com’è attualmente configurato non risponde più alle esigenze della collettività ed è ormai ridotto molto spesso ad un inutile carrozzone burocratico, più funzionale alle esigenze di chi lo occupa che alle aspettative reali della popolazione.Non intendo dilungarmi più di tanto sulle vaste competenze delle regioni, spesso conflittuali con quelle dello stato cosa che determina una paralisi decisionale molto grave, quanto sulla necessità inderogabile in nome dell’interesse nazionale di restituire allo Stato compiti che le realtà regionali troppo piccole per affrontarli non riescono ad assolvere ad es in materia di ambiente trasporti, di sanità -assistenza e scuola;non è ammissibile che quando si tratta di garantire i livelli essenziale di assistenza, non esista uniformità ed uguaglianza in tutto il territorio nazionale dal Trentino alla Sicilia. Se penso al diverso utilizzo dei farmaci alcuni previsti in determinate regioni ed altri no, ritengo che occorra ripensare dalle radici la legge istitutiva delle regioni e la stessa Costituzione. E che dire della complessa materia del diritto allo studio che vede disparità inammissibili fra regione e regione quando occorre invece garantire assistenza scolastica e libertà di educazione a tutti gli studenti, sottoposti a trattamenti differenziati? Infine vorrei fare un’altra considerazione concernente il necessario accorpamento di regioni troppo piccole per esercitare una qualche forma di autogoverno, si pensi ad es. alla Basilicata, alle Marche, all’Umbria, all’Abruzzo, per non parlare del Molise che ha meno di 300000 abitanti; solamente con una configurazione territoriale ed abitativa sufficientemente ampia la Regione può assolvere i suoi compiti evitando di duplicare le competenze dello stato ed al limite favorendo l’aggregazione con altre realtà finitime od accordi interregionali ed anche su questo (sia detto per inciso) Sturzo insegna!! Ma su tutto, ne sono profondamente convinto,deve prevalere l’interesse nazionale.