Ero ieri a Roma assieme a tanti amici di FI e del “vero centrodestra” per manifestare non solo la solidarietà a Silvio Berlusconi ma anche l’indignazione per la procedura “accelerata ed inusuale”adottata dal Senato in spregio alla prassi consolidata ed a richieste provenienti dai settori più disparati dell’opinione pubblica. Ciò che sconvolge in questa vicenda e’ la “fretta” della sinistra di chiudere una pagina della vita politica italiana, senza preoccuparsi degli effetti sulla tenuta del sistema politico istituzionale e delle ripercussioni sulla convivenza civile; ciò che è accaduto a Berlusconi può un domani accadere ad ogni cittadino, sottoposto ad un giudizio (lo ripeto anche io, a costo di essere considerato noioso) da parte della magistratura improntato a criteri politici più che rigorosamente giuridici. Non mi soffermo più di tanto su considerazioni legate al criterio “sacro” della irretroattività della legge penale, in quanto tutto è stato detto in questi mesi e la ragion di stato della sinistra ha impedito ogni seria riflessione al riguardo, quanto sulla necessità inderogabile per il nostro paese di una riforma vera della giustizia che renda veramente super partes il giudice sottoponendolo solo alla legge garantendo in questo modo a tutti i cittadini uguale trattamento. In ogni caso, come e’ stato detto autorevolmente il ruolo politico si esercita anche fuori dal Parlamento e le aspirazioni di tanti italiani rappresentate in questi anni da Silvio Berlusconi non potranno essere ignorate o disprezzate.