Al via il nuovo anno scolastico tra luci (poche) e ombre (tante)

 

Al via il nuovo anno scolastico in Emilia Romagna

Al via il nuovo anno scolastico in Emilia Romagna

Ieri è iniziato l’anno scolastico in Emilia Romagna ed accanto a molti luoghi comuni sul futuro delle giovani generazioni, sulle strutture scolastiche,sulla funzione educativa dei docenti,sul diritto allo studio cose peraltro ampiamente condivisibili, sulle quali si sono soffermate le autorità, sono mancate alcune considerazioni sulle vere difficoltà della scuola nella nostra regione. Ho svolto alcuni giorni fa una riflessione generale sulla situazione della scuola italiana, frutto anche della mia esperienza in commissione cultura della Camera dei deputati; ora desidero porre alcuni interrogativi sulla “peculiarità emiliana”sui quali non è mai stata fatta chiarezza. Intendo riferirmi:
1) Alla politicizzazione che caratterizza da sempre l’operato di determinati docenti e che pur diminuita rispetto a qualche anno fa, permane tuttora, (ho dati precisi al riguardo)condizionando la libertà di altri docenti  e soprattutto la formazione dei giovani.
2) Al limite naturale fra la libera professione di ideali politici e la manifestazione dei medesimi in classe, da parte dei docenti, con pesanti interferenze sul pluralismo educativo e sull’imparzialità dell’istruzione.
3) Al fatto che nelle varie classi, soprattutto quelle superiori, si discuta dell’attualità quotidiana, anche politica. Se da un lato lo trovo giusto nell’ottica di favorire l’accrescimento culturale delle giovani generazioni e nel rispetto “rigoroso” della loro età e capacità di apprendimento, dall’altro non è giustificabile il comportamento “certi politici in cattedra” dimentichi del loro ruolo di educatori.
4) Alla compenetrazione fra politica, enti locali e sindacato: mi riferisco in particolare alla cgl scuola che in questi anni ha influito pesantemente sul pluralismo educativo collegando sistematicamente ed abusivamente le istanze politiche della sinistra con la realtà scolastica,determinando scioperi manifestazioni “politiche”che con l’attività scolastica nulla avevano a che fare questi sono interrogativi ai quali la sinistra emiliano romagnola deve rispondere in modo chiaro ed esaustivo.