Non sempre sono stato d’accordo con il Partito Radicale, soprattutto per quanto riguarda i cd diritti inviolabili della persona e soprattutto la tutela della vita umana in ogni momento, ma debbo ammettere che i REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA proposti dai Radicali in questi giorni, costituiscono non solo un atto di coraggio ma soprattutto un servizio al paese ed al ripristino della legalità sovente violata da sentenze contraddittorie fra di loro ed a volte aberranti. Fatto salvo l’indispensabile controllo di legalità essenziale in ogni democrazia liberale, e che deve essere però’ definito nell’ambito di regole precise, che non lascino spazi all’arbitrio ed alla faziosità politica, occorre una modifica profonda nell’interesse dell’amministrazione della giustizia,che in questi anni il Parlamento non è riuscito a realizzare. Essendo stato per un anno in commissione giustizia della Camera dei Deputati, ho avuto modo di constatare la “pressione indebita”che, a mio modo di vedere, determinati settori della magistratura hanno posto in essere ,attraverso la presenza di loro esponenti eletti dalla sinistra, per evitare ogni modifica significativa ad un ordinamento autoreferenziale che rende i giudici praticamente intoccabili e sovente arbitri del nostro destino,senza praticamente rispondere ad alcuno in caso di dolo o colpa grave.
Non intendo ovviamente riferirmi alla generalità dei magistrati, tanti di loro hanno una coscienza professionale ed una dimensione etica di tutto rispetto, ma ad una agguerrita minoranza fortemente ideologizzata,in questi anni subalterna alla strategia politica della sinistra in genere e del PD in particolare,che ha stravolto i principi fondamentali di uno stato di diritto e proprio in considerazione di quanto sopra ho presentato a suo tempo una proposta di legge che nel suo contenuto richimava gran parte dei temi oggetto dei Quesiti Referndari proposti dai radicali e che mi auguro raggiungano le firme necessarie per essere indetti. Mi pare importante precisare che detti quesiti non introducono nessuna limitazione nella persecuzione di determinati reati e non sanciscono pertanto l’impunita’ per qualcuno, bensì sono informati a criteri di civiltà giuridica che dovrebbero trovarci tutti consenzienti; infatti la Responsabilità civile del Giudice, la Separazione delle carriere fra Magistrati giudicanti ed inquirenti come pure l’Abolizione della carcerazione preventiva nei reati che prevedono una pena inferiore ai 5 anni, rispondono a criteri di equità e uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge nell’interesse della stessa amministrazione della giustizia che deve essere ed apparire imparziale. Ho invece perplessita’ sull’abolizione toutcourt dell’ergastolo soprattutto in casi di particolare efferratezza e ribadisco la mia contrarietà a qualunque forma di amnistia comunque mascherata. Invito pertanto tutti quanti a sottoscrivere i referendum con la consapevolezza di adempiere ad un importante dovere civico.