L’eterno problema della lotta all’evasione fiscale: da sempre sostengo che tutti debbono contribuire al bene comune pagando “regolarmente”le tasse ma lo stato deve garantire ai cittadini che le imposte siano trasformate in prestazioni effettivamente utili evitando disfunzioni, ingiustizie e lentezze burocratiche inspiegabili: la lotta all’evasione fiscale e'”a doppio senso”: coinvolge il potere indagatorio e sanzionatorio dello stato e nel contempo dovrebbe “obbligarlo” ad essere efficientissimo nell’adempimento dei suoi doveri verso la collettivita'(finora non e’stato così’ in quanto una certa cultura di sinistra ci ha abituati a considerare lo stato un mostro intoccabile ed il privato cittadino un suddito sempre e comunque o un ladro). L’anomalia dell’Italia e’costituita dal fatto che lo stato da un lato possiede tutti gli strumenti per sanzionare i cittadini disonesti che sono evasori fiscali, ma d’altro canto il cittadino non ha gli strumenti per ottenere una chiara soddisfazione contro eventuali sopraffazioni ad opera dello Stato medesimo. Troppo spesso la solidarietà fra gli organi dello stato prevale sul riconoscimento delle ragioni del cittadino o del contribuente; pertanto mi chiedo: i dipendenti pubblici che non fanno il loro dovere non sono forse evasori fiscali? Perchè sono trattati secondo persi e misure differenti dagli altri cittadini?