Non c’è’ che dire i risultati del referendum sono deludenti sia per il risultato sia per la bassa partecipazione che dimostra da parte dei bolognesi(tutti anche del centrodestra) la scarsa comprensione della posta in gioco: la possibilità di far crescere un autentico pluralismo educativo in grado di arricchire culturalmente la nostra citta e di rispondere alle esigenze di tante famiglie,in linea con l’esperienza dei paesi più evoluti d’Europa. A parte ovvie considerazioni sull’anomalia di questa consultazione, a mio modo di vedere “illegittima”(stante la presenza di una legge nazionale concernente il”sistema pubblico integrato”e vincolante per tutti) ciò’ che preoccupa è il rigurgito di ideologia e faziosità che ha caratterizzato i promotori, ancorati ad una concezione della scuola superata dai tempi ed a uno statalismo (di marca giacobina) incapace di ripensare se stesso. A questo punto, stante la scarsa partecipazione dei cittadini e, aggingo,le deformazioni dei promotori che hanno presentato una visione del contributo comunale assolutamente falsa in quanto non rispondente alla realtà (le scuole paritarie non sono private!!!),il Referendum perde di validità ed auspico che la giunta comunale continui nel percorso intrapreso per il bene di Bologna. Sul risultato hanno influito probabilmente anni ed anni di propaganda strumentale da parte del PD e della sinistra contro la cd”scuola privata” ed il risultato è stato quello di demotivare buona parte degli elettori della sinistra, ancora prigionieri di luoghi comuni. Mi verrebbe da dire “povera Bologna” città di cui una certa sinistra faziosa e settaria riesce ancora a condizionare le prospettive future! Ma non bisogna arrendersi, lo dico senza enfasi ma con estrema convinzione, al di la del risultato e dei finanziamenti (doverosi) alle scuole paritarie c’è un problema ancora più importante : la tutela della libertà del cittadino nella scuola e in tanti altri settori della vita civile.