Egregio signor Ministro,
in riferimento ad una Sua recente affermazione circa il problema delle interferenze tra politica e sanità desidero portare alla Sua attenzione lo “scandaloso fenomeno della politicizzazione”, molto presente nella mia regione Emilia Romagna così come in altre Regioni, seppure con modalità diverse, che pesa sulla “pelle dei cittadini” in quanto interferisce pesantemente nella gestione della sanità e dei livelli essenziali di assistenza .
Il grave fenomeno della commistione tra la politica e la gestione della sanità ha prodotto l’oggettivo condizionamento di nomine e di procedure concorsuali nell’ambito delle strutture sanitarie regionali od universitarie collegate alla regione, instaurando, da un lato, un rapporto anomalo con la regione stessa che tende ad omologare il sistema penalizzando le punte di eccellenza e dall’altro, in virtù degli ampi poteri che le stesse hanno in materia sanitaria, concede alle medesime un potere discrezionale eccessivo che ha creato palesi ingiustizie.
Quotidianamente la stampa riporta notizie di gravi lesioni dei diritti essenziali dei singoli determinate da selezioni, a volte arbitrarie, del personale medico ad ogni livello, sulla base di appartenenze politiche o di consorterie di vario tipo.
Sulla base di ciò, ho presentato il 21 luglio 2011 una proposta di legge “ Istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sui rapporti tra politica e sanità pubblica” che spero venga presto messa in discussione in commissione perché ritengo che, mai come ora, si avverta da più parti la necessità di chiarire e di delimitare le competenze degli organi di governo regionale e le loro emanazioni periferiche, garantendo l’autonomia professionale del personale medico da indebite interferenze che negli ultimi anni hanno assunto aspetti abnormi e penalmente perseguibili.
Le chiedo pertanto signor Ministro di non limitarsi solo a riconoscere il problema ma di passare senza indugio all’azione e di mettere a segno una effettiva depoliticizzazione della sanità
cominciando, a mio avviso, dal separare la gestione dei policlinici universitari dai condizionamenti delle regioni e se del caso, ricorrendo ad una modifica della normativa in vigore.